Nelle scorse settimane ho finalmente deciso di dar vita ad un progetto che avevo da qualche anno, diventare consulente d’immagine. Sto terminando un corso (manca l’esame finale) che mi è piaciuto molto e che mi ha spinto a trovare la mia strada e ad interrogarmi su come integrare questa professione con la sostenibilità.
Ho riflettuto negli ultimi giorni sullo shopping online e su come sia diventato parte integrante delle nostre vite. Spesso per chi vuole comprare artigianale e/o sostenibile è anche l’unica via. Solo che è difficile, non possiamo provare i capi e vedere come ci stanno. Non abbiamo voglia di fare il reso e ci ritroviamo a comprare in negozi fisici mettendo da parte la sostenibilità.
Per cercare di rendere più semplice il processo degli acquisti online sostenibili, ho pensato di creare una sorta di rubrica che analizza vari modelli o tagli, per dirvi come si relazionano con le vostre forme e permettervi di capire un po’ meglio quello che trovate online.
Ho deciso di partire con i pantaloni a zampa, in parte perché sono il mio modello preferito e in parte perché sono molto sottovalutati, invece possono dare grandi soddisfazioni. Sui pantaloni a zampa si dice che stiano bene alle figure longilinee e che vadano indossati per forza con i tacchi, altrimenti abbassano. Io trovo invece che questo particolare taglio di pantaloni stia molto bene anche e soprattutto a chi è una portatrice orgogliosa di fianchi, perché l’ampiezza che si sviluppa dal ginocchio li proporziona. Ecco qualche esempio, si vede molto bene nella prima foto: le spalle, i fianchi e le zampe dei pantaloni hanno la stessa misura, in mezzo il punto vita. La figura è sinuosa e le curve sono accompagnate delicatamente, non se ne parla neanche di nasconderle!
Jennifer Lopez lo sa bene, infatti usa spesso questo modello e i pantaloni palazzo, altro asso nella manica per chi ha forme simili alle sue.



Questa rubrica nasce su Instagram, qui trovate il post dedicato. Tra i commenti è venuto fuori che la difficoltà con questo tipo di pantaloni è soprattutto lo styling, ovvero come abbinarli. Un capo così iconico infatti porta con se i ricordi del passato, magari non vogliamo sembrare troppo hippie o ci ricordiamo ancora di quando li portavamo con le Fornarina a fine anni novanta.
Ho pensato quindi di proporvi qualche idea di abbinamento, dallo stile più casual sino a quello adatto per l’ufficio e per le occasioni più formali. Alla fine troverete anche 3 marchi sostenibili, di cui due sono italiani e uno francese.
Partiamo dai jeans, nella prima foto si gioca con l’atmosfera hippie che comunque a me non dispiace. Basta cambiare maglietta e borsa per ottenere uno stile più cittadino e infine con camicia bianca e blazer per un look da ufficio diverso dal solito.



Olivia Palermo, una donna che di mestiere indossa vestiti e lo fa molto bene, ama molto questi pantaloni. Un dettaglio interessante è la riga “da carabiniere” sul lato: questo particolare aiuta la verticalità, fa sembrare la gamba più lunga. Jennifer Aniston ottiene lo stesso risultato con una fila di bottoni dorati. Il suo abbinamento con il maglione ampio sottolinea lo stile molto casual, da weekend. Nella terza foto Olivia gioca con lo stile seventies, che si percepisce ma non è eccessivo.



Qualche altro esempio, come vedete questo tipo di pantaloni si presta a molte interpretazioni. Se temete che vi abbassi e non volete indossare i tacchi, sceglieteli a vita alta e indossate la maglia o il maglione dentro i pantaloni. Se decidete di acquistarli è molto probabile che vi stiano lunghi (a meno che non abbiate lo stacco di gamba di Naomi Campbell, in tal caso complimenti!). Non aspettate a fare l’orlo e prendete le misure con le scarpe che usate più spesso, che siano le sneakers o gli stivaletti bassi. In questo modo sarete certe di non dimenticarli nell’armadio.



Ancora qualche esempio, il più lontano possibile dallo stile hippie.


Infine tre marchi sostenibili che hanno in catalogo pantaloni e jeans a zampa.
C’EST LA V
Marchio italiano colorato e gipsy che ha dei modelli a zampa fenomenali. La fase di stampa digitale, come quella di produzione dei vari tessuti, avviene nel comasco, mentre in laboratori dell’hinterland milanese si effettuano taglio e cucito. Cestlav.it è dunque, a tutti gli effetti, un brand a km 0 che crede fermamente nel Made in Italy e si sta adoperando per rendere, in un futuro prossimo, tutta la sua produzione sostenibile al 100%.



PAR.CO DENIM E MAKE MY LEMONADE
Due marchi per i jeans, anche se per questo particolare capo vi consiglio sempre i negozi vintage e seconda mano. Per quanto questi marchi si impegnino a rendere questo processo il più sostenibile possibile, resta inquinante e di jeans ne è davvero pieno il mondo!
Par.Co denim è un marchio di Bergamo, questo è parte di quello che potete trovare sul loro sito: “seguiamo ogni tassello della filiera produttiva, senza intermediari, così da averne il controllo e il monitoraggio. I tessuti denim, vengono selezionati secondo precisi standard, da fornitori di fiducia. I capi sono realizzati in Italia a filiera corta: 100% Made in Italy, i jeans sono prodotti – tagliati, cuciti e assemblati- da piccoli artigiani e aziende locali, che si trovano entro 35 km dalla sede operativa del brand a Bergamo. Abbiamo scelto con cura chi si occupa di ogni passaggio della nostra filiera produttiva, che già risponde a uno standard di qualità a cui non vogliamo rinunciare: utilizzare cotone biologico o riciclato, filati naturali, lavaggi e trattamenti senza agenti chimici e con il minor impatto ambientale.”
Make my Lemonade è un marchio francese che produce in Europa e che per molti capi usa materiali di scarto della filiera produttiva.


Spero che questo articolo vi sia piaciuto e che vi possa essere utile nel caso decidiate di dare una chance ai pantaloni a zampa, secondo me se la meritano!
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