Podcast Episodio 2

Episodio 2 – come usare le tendenze e non farsi usare

In questo secondo episodio ho voluto affrontare il tema delle tendenze, ho parlato di come nascono, del rapporto con la sostenibilità (sono davvero due cose che non possono andare d’accordo?) e infine troverete qualche consiglio per usare le tendenze a vostro vantaggio, per chiarire ancora meglio il vostro stile, o i vostri stili.

COSA SONO LE TENDENZE

Cosa sono quindi le tendenze? Per prima cosa chiariamo che le tendenze non sono un diktat che parte dall’alto, deciso da un manipolo di eletti che si inventa tendenze a caso e che cerca di imporle alla popolazione mondiale. Le tendenze sono frutto di studi che partono dai comportamenti delle persone. Tra i professionisti che si occupano di individuare le macro tendenze ci sono sociologi, politologi, esperti che studiano l’evoluzione della società. Il lavoro di chi studia le tendenze secondo me è bellissimo, è fatto per spiriti curiosi e che hanno molteplici interessi, ci vuole anche una sensibilità pazzesca per riuscire a capire le tendenze dei prossimi 10 anni, perché parliamo di questi lassi temporali.

Da queste macro tendenze poi si va sempre più nel dettaglio, per offrire dei prodotti che rispondano a quel bisogno collettivo, che magari oggi si sta ancora formando ma domani sarà diffuso nella società.

Le tendenze e gli studi di mercato che su queste si basano servono per essere capaci di saper risolvere per tempo i problemi delle persone e quindi vendere (che non è ancora un peccato mortale, a quanto mi risulta).

LE TENDENZE COME LIMITE

Ma perché la parola tendenza ha assunto un significato anche negativo, l’equivalente di qualcosa di frivolo e volatile? Il problema è che siamo abituati a leggere e ascoltare questo termine in un modo fortemente condizionante e anche limitante. A tutti è capitato di leggere i famosi articoli che ti illustrano i 5 capi in di moda questa stagione e i 5 capi out. A tutti è capitato di pensare che una determinata tendenza sia strana, esagerata, che nessuno nella vita reale la indossi sul serio. Questo modo di interpretare le tendenze è molto limitante e tradisce il grande lavoro di studio che c’è dietro chi crea delle ricerche di mercato.

Coco Chanel diceva: la moda passa, lo stile resta. seguire ogni tendenza senza metterci un pensiero dietro, senza chiedersi se ci piace avvero o fa per noi non ha senso e non ci aiuta nella creazione del nostro stile. Credo che a tutti sia capitato di incontrare almeno una persona che ci ha stupito e incantato per il suo stile, spesso diciamo che quella persona ha gusto. Siamo anche portati a pensare che con il giusto ci si nasca, quasi come ci fosse una sola idea o possibilità di gusto. La verità è che le persone con gusto e stile sono semplicemente capaci di scegliere per se stesse. Certo, alcune di loro sono state incoraggiate dalla nascita ad esprimere la loro personalità, a dare valore alla loro immagine. Far scegliere già da piccoli ai bambini come vestirsi aiuta molto nella definizione del loro stile.

Queste persone dicevo sono capaci di guardare le tendenze e anche le micro tendenze e scegliere cosa integrare nel loro guardaroba e cosa lasciar passare. Con le tendenze della moda si può giocare, sempre tendendo a mente che non esiste un giudice supremo che ci possa dire cosa è giusto e cosa è sbagliato.

SOSTENIBILITA E TENDENZE

Qui veniamo al discorso che riguarda la sostenibilità. Il fatto che i marchi di fast fashion siano in grado di riprodurre una micro tendenza nel momento esatto in cui si palesa nel mondo è certamente un grande problema. Ma la soluzione secondo me non è demonizzare le tendenze, perché le tendenze esisteranno sempre. Abbiamo visto che hanno a che fare con l’uomo, con il suo agire nel mondo, con la società. Anche che la sostenibilità in se sta diventando una tendenza, e lo vediamo dal fatto che sempre più brand ne parlano. Alcuni ne parlano a sproposito, da li le pratiche di greenwashing.

Che cosa è il greenwashing per chi non lo sa: letteralmente sarebbe traducibile con darsi una patina di credibilità ambientale, è una vera e propria appropriazione indebita di virtù e di qualità ecosensibili per conquistare il favore dei consumatori o, peggio, per far dimenticare la propria cattiva reputazione di azienda le cui attività compromettono l’ambiente.

La mia opinione è che Un marchio sostenibile di abbigliamento non dovrebbe rifiutare a priori le tendenze, ma fare delle ricerche di mercato per riuscire a realizzare i desideri e a risolvere i problemi del suo pubblico. 

nel futuro, ma anche già nel presente, io credo che sempre più persone vorranno vestirsi in modo sostenibile, questo provocherà un cambiamento anche nella filiera produttiva e magari anche un lento abbassarsi dei prezzi, che non sarà mai come quello della fast fashion ci tengo a chiarire, ma che può rendere la moda sostenibile accessibile a più fasce della popolazione. Il fatto che sempre più persone però chiederanno la moda sostenibile significa che ricercheranno anche stili diversi, più persone più è importante la ricerca di mercato.

con questo non voglio dire che un marchio debba rinunciare al suo dna di stile per andare incontro ai desideri del pubblico, ma spesso il pubblico ci può dare dei suggerimenti a cui non avevamo pensato colori che pensavamo invendibili, silhouette interessanti da esplorare.

COME USARE LE TENDENZE e sviluppare il gusto personale

Il trucco per non farsi usare dalle tendenze è quello di lavorare su se stessi e cercare di capire cosa davvero ci piace, scoprire pian piano i nostri gusti. In questo le domande che ti ho fatto nello scorso episodio come costruire la tua mappa dello stile ti saranno molto utili. Quindi se non lo hai ancora ascoltato o se non hai risposto a quelle domande ti consiglio davvero di farlo, te lo lascio qui.

Un altro consiglio è di usare le tendenze che trovi nei negozi. Alle volte è più facile arrivare a chi siamo partendo da cosa non siamo. Nello stesso modo è più facile capire i nostri gusti in fatto di abbigliamento se partiamo da quello che sicuramente non ci piace. Però non diamolo per certo, come quando ai bimbi si dice di non dire non mi piace prima di aver assaggiato un nuovo cibo, la stessa cosa varrà per te. Prova quello che pensi non ti piaccia, magari potresti avere delle sorprese. O magari no, ma almeno ne sarai certa.

CONCLUSIONI

Se ti sembra di non cavarne un ragno dal buco è perché non è per niente facile! Alle volte il nostro giudice interiore è molto rumoroso e ci dice che tutto ci sta male, alle volte siamo troppo confuse da tutto quello che ci viene proposto e magari odiamo fare shopping, vorremmo solo avere una mano nel capire come esprimerci anche attraverso la nostra immagine. In questi casi un aiuto esterno è quello che risolve la situazione, se voi una mano in questo processo puoi dare un occhio alle mie consulenze (ad esempio aiuta molto capire quali colori sono i più adatti a te e alla tua personalità), le trovi qui!

Spero che questa puntata ti sia piaciuta, ci sentiamo martedì prossimo con un altro episodio di Anche Meno!