episodio 3 -come cominciare a vestirsi in modo sostenibile
In questo episodio ho voluto mettere assieme alcuni consigli molto semplici per cominciare a vestirsi in modo più sostenibile. Sono consigli che non richiedono nessuna spesa e che possono essere messi in atto da tutti. Troverete anche un esercizio che ha a che fare con il vostro armadio e che vi sorprenderà e vi regalerà nuovi outfi senza bisogno di fare shopping.
Hpo voluto cercare di approcciare questo argomento con un sentimento di abbondanza e non di privazione. Spesso infatti chi si sta per avvicinare alla sostenibilità ha paura di dover rinunciare a tante cose, in realtà quello che si trova è molto di più.
Qui vi lascio l’articolo sui tessuti di cui parlo nell’episodio.
Buon ascolto!
Potrei dirvi che per cominciare a vestirvi sostenibile dovreste smettere di entrare nei negozi fast fashion, comprare da marchi etici e sostenibili e magari anche dalle innumerevoli artigiane che creano abbigliamento su misura e di cui io sono grande fan. Questo secondo me è un passo successivo e valido solo per alcune persone. Potrei dirvi semplicemente di smettere di comprare e se vi serve qualcosa comprarlo solo di seconda mano. Anche questo è un percorso che potreste scegliere ed è legittimo ma ancora una volta parla solo ad alcune persone.
Quello che invece secondo me è importante e utile come al solito, è partire da un’analisi di noi e di quello che possediamo.
La prima cosa da fare quando si decide di prestare più attenzione al proprio guardaroba è capire che cosa avete dentro questo guardaroba. Prima di seguire le influencer su IG, prima di segnarvi tutti i marchi più fighi di abbigliamento etico e sostenibile e anche se avete deciso di smettere di comprare abbigliamento per sempre.
Tantissime persone non hanno idea dei capi che possiedono, perché sono stratificati in ere geologiche dentro l’armadio e quello che emerge dalla superficie è quello che ci mettiamo tutti i giorni. Capire che cosa avete dentro l’armadio è un passo che richiede almeno un pomeriggio o una giornata. Tirate tutto fuori e rifate conoscenza con i vostri capi, alle volte questo semplice processo è illuminante perché ci eravamo dimenticate di alcuni vestiti che magari ci piacevano anche tanto. Oppure possiamo renderci conto che abbiamo un’ossessione per le righe e capiamo che non è davvero il caso di comprare altri capi in questa fantasia.
Qualche consiglio
Cerchiamo di mettere ordine nel nostro armadio e selezioniamo i capi che sono davvero troppo rovinati per essere indossati (magari possiamo farne stracci per pulire casa, i collant bucati sono degli ottimi cattura-polvere ad esempio al posto dello swiffer usa e getta).
Alcuni capi invece possono essere riparati, una parola arcaica, lo so, del quale la nostra generazione ha per larga parte dimenticato il significato
Riparare significa dare valore a quel capo e anche ai soldi che abbiamo speso per comprarlo. Riparare qualcosa da sole ci può dare enorme soddisfazione quindi se avete la pazienza e la manualità potreste provare a seguire uno dei tanti tutorial su YouTube. Oppure potreste cercare una sartoria vicino a voi che faccia anche riparazioni e riportare in vita il vostro capo.
Una conseguenza della presenza così forte nelle nostre vite dei negozi a basso prezzo è proprio l’aver dimenticato la possibilità della riparazione, perché alle volte riparare costa più del vestito stesso. Beh se è il vostro caso riparatelo lo stesso cose quel vestito ha ancora una vita. Gettiamo cose con incredibile facilità e anche questo comportamento non è più sostenibile. Uno degli atteggiamenti più sostenibili che possiate avere è proprio quello di riparare, ritornare ad avere l’abitudine di farlo.
Se un capo che avete ha bisogno di una modifica sartoriale, ad esempio va accorciato, stretto, allargato, aggiunte delle maniche potete fare anche questo e avrete un capo nuovo di zecca.
Un altro passo importante che possiamo fare se vogliamo avvicinarci al mondo della sostenibilità nell’abbigliamento è capire di cosa sono fatti i vestiti, ovvero i tessuti e le loro differenze. Queste conoscenze di base ci potranno anche aiutare a destreggiarci meglio tra le varie pubblicità dei marchi che spesso fanno del greenwashing basandosi proprio sulla non conoscenza dell’argomento di molte persone.
Cominciamo quindi a leggere le etichette dei capi. Impariamo le differenze tra i tessuti, capiamo quali sono le fibre naturali, quali quelle chimiche. Quali sono le proprietà di ciascuno e capiamo quali preferiamo. A questo proposito vi lascio qui un articolo che avevo scritto sul mio blog tempo fa con la classificazione dei tessuti. Non è troppo lungo e neanche noioso, ve lo garantisco! Troverete le informazioni principali che vi permetteranno di avere una prima infarinatura che poi sarete libere di approfondire nel caso vi interessi l’argomento.
Strettamente legato alle etichette è il discorso di prendersi cura correttamente dei propri capi. Molti sono abituati appena comprano qualcosa di nuovo a tagliare via le etichette, una volta parlavo con la proprietaria di una lavanderia che mi diceva che per loro questa è una sciagura, perché nelle etichette oltre la composizione del capo ci sono anche le istruzioni di lavaggio, asciugatura e stirature. Sono tutte informazioni molto importanti se vogliamo essere sicure di riuscire a tenere per più tempo possibile in buono stato l’acquisto che abbiamo fatto. Se non riuscite proprio a sopportare le etichette, segnatevi da qualche parte le informazioni importanti di quel capo oppure fate una foto all’etichetta e al capo e salvatevela in una cartella.
Ok, avete ripreso conoscenza con i vostri vestiti, magari ne avete riparato alcuni o modificato altri e nel frattempo avete imparato qualcosa di nuovo sui tessuti e la loro composizione.
Esercizio
Ora cercate di capire se avete una divisa, dei capi che mettete sempre e che vi fanno sentire bene. Devono essere quei capi che al solo pensiero di donare o buttare vi sentite male. Selezionateli e metteteli da parte. Poi prendete quei capi che vi piacciono ma non mettete quasi mai perché erano sepolti, vi eravate dimenticati di loro, oppure semplicemente al mattino non avete tempo di pensarci e vi mettete sempre le stesse cose per abitudine. Ora mischiate questi due blocchi, i capi-divisa e i capi che vorreste mettere più spesso. Fate abbinamenti fra di loro Spesso da questi esperimenti escono fuori nuovi outfit e ci rendiamo conto che tutto quello che ci serve lo abbiamo già nel nostro armadio. Di solito è molto divertente, potete anche scattare delle foto degli outfit creati e salvarle sul vostro telefono così al mattino quando non sapete che mettere vi basterà scorrere il vostro personalissimo catalogo!
Giocare con i nostri vestiti è un passaggio terapeutico e sarebbe bene avere con loro un rapporto positivo. L’esperimento di prendere conoscenza con il vostro armadio di solito produce la consapevolezza di non avere bisogno di altro e quindi combatte l’impulso di comprare. Che è esattamente la base della sostenibilità nel campo dell’abbigliamento ma in questo modo ci siete arrivati divertendovi e senza quella sensazione di dover rinunciare per forza a qualcosa, che spesso può bloccare le persone che si avvicinano alla sostenibilità.
Lo shopping compulsivo non è sinonimo di una persona che si veste bene, ma di qualcuno che non ha messo a fuoco quello che ama e che probabilmente continua a comprare cose per somigliare ad altre persone che le sembrano più realizzate, più felici, più complete.
Dopo questo esercizio però possiamo renderci conto che continuiamo a comprare le cose sbagliate. Va benissimo, tutti ci siamo passati. Rendersene conto è già un gran bel passo in avanti invece che nascondere la testa come uno struzzo nella montagna di vestiti nel nostro armadio. Doniamo o vendiamo quello che non mettiamo e che ci occupa molto spazio e andiamo avanti.
Ovviamente, siccome non viviamo tutti in un eremo isolate nel mondo e se siete su questo podcast vuol dire che la moda vi piace e vi interessa, ci troveremo nella condizione di comprare qualcosa di nuovo perché ci serve o semplicemente perché ci va. Quando vi trovate nella condizione di voler o dover comprare qualcosa di nuovo, pensate a 3 a 5 modi diversi con i quali abbinare quel capo che volete comprare con i capi che già possedete, di solito funziona alla grande. Questo consiglio va per la maggiore ma lo trovo un po’ inutile se prima non sapete tutte le vostre opzioni.
Se questo esercizio vi ha provocato solo frustrazione e proprio non riuscite a guardare con occhi amorevoli il vostro armadio non prendetevela con voi stesse. è difficile, soprattutto se siamo in un momento di crisi personale o con lo specchio. Riprovateci quando vi sentite meglio, senza stress e senza obblighi.
Sapete che la consulenza d’immagine per me è una grande alleata della sostenibilità, sapere una volta e per sempre quali sono i colori che si intonano meglio con la nostra immagine ma anche con la nostra personalità ci aiuta molto, cos’ come finalmente capire quale modello di pantaloni sarebbe perfetto per noi o i tagli dei vestiti che ci piacciono molto. inoltre molti marchi sostenibili e artigianali vendono quasi esclusivamente online e saper riconoscere i tagli dei vestiti anche solo dalla foto ci aiuta a poterli comprare con sicurezza anche se non li possiamo provare.
Anche il terzo episodio è finito, mi sto divertendo tantissimo a registrare questo podcast e spero che voi vi divertiate e vi rilassiate ad ascoltarlo! Se vorrete darmi dei feedback, dei consigli e delle recensioni ne sarei davvero felice e se vorrete consigliare questo podcast a qualcuno mi renderete la consulente più felice del mondo!
Che dire, la puntata di oggi è finita e spero vi sia stata utile! Ci sentiamo martedì prossimo con un nuovo episodio di Anche meno!